Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E
NOTIZIE - Anno XVII – 02 maggio 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Entro i 19
giorni, il 100% degli infettati aveva anticorpi anti-SARS-CoV-2. Quan-Xin Long
e numerosissimi colleghi hanno riportato i dati sulle risposte anticorpali
acute a SARS-CoV-2 in 285 pazienti affetti da COVID-19. Entro 19 giorni dall’esordio
dei sintomi il 100% dei pazienti risultava positivo all’immunoglobulina G (IgG)
antivirale. La sieroconversione per IgG e IgM si verificava simultaneamente o
in successione. I titoli di entrambe le specie anticorpali raggiungevano il plateau
entro 6 giorni dopo la sieroconversione. Su questa base gli autori sostengono
che i test sierologici possono essere di aiuto per la diagnosi di pazienti
sospetti con risultati negativi RT-PCR e per l’identificazione delle infezioni
asintomatiche. [Quan-Xin Long et
al. Nature Medicine – AOP doi: 10.1038/s41591-020-0897-1, 2020].
I risultati di
test anticorpali indicano un numero di infetti molto più alto di quello registrato. Mentre l’Organizzazione
Mondiale della Sanità sta conducendo uno studio globale di siero-prevalenza
denominato “Solidarity II”, sono stati pubblicati una quindicina di lavori di
stima della siero-prevalenza, che indicano un numero di persone entrate in
contatto con SARS-CoV-2 più di 50 volte maggiore di quello degli attualmente stimati
positivi al coronavirus con la procedura basata sui test da tamponi dei
sintomatici. Uno di questi studi è particolarmente significativo per il numero
dei soggetti testati, e per noi interessante perché il protocollo sanitario
seguito non si discosta sostanzialmente da quello applicato in Italia. Il
campione di 3300 volontari, sul totale di circa 2 milioni di abitanti della
contea di Santa Clara in California, ha consentito ad Eran Bendavid e colleghi di
sviluppare importanti inferenze e metterle a confronto con i dati pubblici di
prevalenza degli affetti. Il calcolo delle persone “attualmente positive” in
Santa Clara era di circa 1000; il test sierologico ha rivelato che un abitante
su 66 aveva avuto contatto col virus, pertanto le persone ospitanti SARS-CoV-2
sono comprese in un raggio che va da 48.000 a 82.000. [Cfr. Eran Bendavid et
al., COVID-19 Antibody Seroprevalence in Santa Clara
County, California.
medRxiv doi: 10.1101/2020.04.14.20062463, 2020].
Lo studio
dei processi infiammatori e immunitari può suggerire terapie più efficaci per
COVID-19. Mattew Zirui Tay e colleghi, dopo aver fornito
un quadro della fisiopatologia dell’infezione da SARS-CoV-2, descrivono l’interazione
del virus col sistema immunitario e il conseguente contributo di risposte
immunitarie disfunzionali alla progressione della malattia. Dai resoconti
virologici su SARS-CoV-2, gli autori dello studio hanno sviluppato inferenze in
base ai tratti immunologici e fisiopatologici paralleli di altri coronavirus
umani con tropismo specifico per le basse vie respiratorie, quali SARS-CoV (il
virus dell’epidemia della grave sindrome respiratoria acuta del 2002-2003) e MERS-CoV
(Middle East respiratory syndrome
coronavirus). Gli autori evidenziano le implicazioni delle deduzioni
ricavate da questo approccio, per interventi diretti sia ai processi dell’infezione
virale, sia all’immunoregolazione. [Mattew Zirui Tay et al., Nature Review Immunology AOP – doi:
10.1038/s41577-020-0311-8, April 28, 2020].
Notule
BM&L-02 maggio 2020